È stato firmato nei giorni scorsi l’accordo sul contratto nazionale della cooperazione sociale, che nelle Marche coinvolge oltre 15 mila lavoratori, 400 mila in tutta Italia. Sindacati e centrali cooperative, informano le rappresentanze regionali di Agci imprese sociali, Federsolidarietà Confcooperative, Legacoopsociali, hanno siglato un’intesa che sarà sottoposta nelle prossime settimane alla consultazione dei lavoratori sui territori e degli organismi delle organizzazioni sindacali.
L’accordo prevede un aumento di 120 euro mensili al livello C1, da riparametrare per gli altri livelli contrattuali. Da gennaio 2025, viene stabilita l’introduzione della quattordicesima mensilità al 50% e l’innalzamento dell’importo per la sanità integrativa che raggiunge i 120 euro annui. Da un punto di vista normativo, nell’ottica della valorizzazione delle socie e delle lavoratrici, viene estesa al 100% l’integrazione economica della maternità. Un ulteriore elemento che qualifica, anche sul piano valoriale, l’intesa.
Cooperative e sindacati condividono, inoltre, l’impegno legato al tema degli appalti e di tariffe adeguate, della lotta alle false imprese e al dumping salariale, che trovano una risposta anche nel contratto attraverso la costituzione di un nuovo Osservatorio sugli appalti. Intesa anche sulla definizione di una possibile gradualità più aderente alle realtà aziendali e al mancato riconoscimento degli aumenti contrattuali.
Nella cooperazione sociale di inserimento lavorativo, insieme ad una migliore definizione dei campi di applicazione, vengono inseriti nuovi profili professionali. Nel nuovo contratto vengono, inoltre, quantificati i tempi di vestizione e si adeguano gli importi di servizio per le notti passive.
“L’accordo per il rinnovo del contratto della cooperazione sociale è un passo avanti significativo – commentano Agci imprese sociali, Federsolidarietà Confcooperative, Legacoopsociali delle Marche -. Dimostra la volontà delle associazioni di promuovere la cooperazione del settore, che contribuisce al benessere socio-assistenziale e sanitario del nostro Paese, e di dare ai lavoratori e alle lavoratrici, che ne sono i protagonisti, un riconoscimento economico che s’inquadra nella complessiva volontà del mondo cooperativo di garantire retribuzioni proporzionate e sufficienti ad assicurare autonomia e dignità alle persone occupate”.
Tuttavia, per valorizzare la cooperazione sociale e coloro che vi lavorano, sottolineano le rappresentanze regionali di Agci imprese sociali, Federsolidarietà Confcooperative, Legacoopsociali, “è necessario avere anche un riconoscimento del ruolo cooperativo da parte delle istituzioni e dei soggetti pubblici, a partire dalle Regioni. Bisogna, perciò, cambiare la prassi finora adottata dalla committenza pubblica: occorre che vengano stabilite tariffe appropriate allo svolgimento dei servizi e introdotta una norma che preveda la revisione dei prezzi dei contratti di appalto in corso”.